Il Maresciallo Moncey è stato un altro dei protagonisti, forse meno conosciuto, della storia di Napoleone.
Il Maresciallo Moncey non ebbe un ruolo di primo piano nelle guerre napoleoniche, fu quasi sempre a capo di armate di riserve, ma comunque molto apprezzato da Napoleone che non mancò di renderlo Maresciallo nel 1804.
Uomo integro, irreprensibile, onesto così come lo definì Napoleone a Sant'Elena nelle sue memorie dettate a Las Cases.
La carriera militare del Maresciallo Moncey ha inizio nell'Ancien Regime. Egli nasce nel 1754. Il padre era un avvocato, ma Moncey figlio ben presto abbandonò lo studio della Giurisprudenza per dedicarsi alla carriera militare.
Partecipò alle guerre al confine spagnolo nell'Armata dei Pirenei dove si distinse in varie battaglie fino a guadagnarsi i galloni di generale di divisione.
Il suo incontro con Napoleone avviene durante la seconda campagna d'Italia dove lo vediamo protagonista a Marengo.
La carriera militare di Moncey si può dire che finisce qui, almeno per quanto riguarda gli episodi più importanti.
Moncey, infatti diviene Ispettore capo generale della gendarmeria. In pratica una specie di Ministro della Polizia aggiunto, ruolo che ricopre con grande perizia e abilità per tutta la durata dell'Impero di Napoleone e anche oltre.
Moncey non ha dimenticato, però il suo passato di soldato e quando si tratta di difendere Parigi nel 1814, dall'assalto delle truppe delle coalizioni si fa trovare pronto e audace come capo della Guardia Nazionale.
La Restaurazione
Il ruolo di Moncey viene confermato durante la Restaurazione, la sua probità come soldato è apprezzata anche da Luigi XVIII, che però non esita a rinchiuderlo in carcere quando il Maresciallo si rifiuta di presidere il consiglio di guerra incaricato di giudicare il Maresciallo Ney. Un gesto di grande nobiltà di animo.
Governatore dell'Hotel des Invalides
Questa la sua nomina nel 1833 che gli dà il grande onore di aprire le porte de Les Invalides al ritorno delle spoglie di Napoleone da Longwood.
Moncey è molto vecchio e malato, ma non vuole mancare al ritorno dell'Imperatore in terra di Francia. Moncey fu tra i più commossi di quella cerimonia che resterà celebre nella storia.
La sua esclamazione "E ora andiamo a morire" dopo che ebbe accarezzato il feretro di Napoleone rende testimonianza all'uomo onesto che l'Imperatore tanto aveva apprezzato.
Dopo due anni dal ritorno di Napoleone sul suolo francese, nel 1842 il Maresciallo Moncey rende l'anima a Dio.