Bernadotte uno scomodo parente
Napoleone e Bernadotte due destini che si intrecciano e le cui vicende sono di fondamentale importanza nello svolgimento dell’epopea napoleonica.
Jean Baptiste Jules Bernadotte nasce a Pau nel 1763. Non ha ancora compiuto 17 anni che si arruola come soldato semplice nell’esercito del Re.
La sua carriera è prodigiosa Lo ritroviamo nel 1794 generale di divisione quando erain servizio presso l’armata della Sambra e della Mosa. Nel 1796 l’incontro con Napoleone durante la prima campagna d’Italia in cui combatte con valore.
Ritroviamo Bernadotte dopo Campoformio come ambasciatore a Vienna,dove erò dimostra di non avere per niente doti diplomatiche.
Il 17 agosto del 1798 si cominciano a intrecciare le vite di Napoleone e Bernadotte perché il genrale sposa Desirèe Clary che è la sorella della moglie di Giuseppe Bonaparte ed ex fidanzata di Napoleone : Questo è un particolare decisivo perché Bonaparte resterà sempre affezionato a questo suo amore giovanile e per questo motivo perdonerà molte volte Bernadotte.
Grazie al potente Barras, Bernadotte nel 1799 diventa ministro della guerra ein quel ruolo dimostra di avere ottime capacità organizzative. Lascia l’incarico pochi giorni prima del 18 Brumaio.
Comincia lo scontro con Napoleone perchè il generale, giacobino conclamato, si oppone con tutte le sue forza al consolato. Non per questo, però Napoleone non lo gratifica con altri incarichi.
Personalità inquieta, Bernadotte si ritrova in altri intrighi e scandali. Sempre di più si nota che soffre il successo di Napoleone.
Nel 1804 diventa Maresciallo dell’Impero. Sostituisce poi il generale Mortier come governatore dell’Hannover.
Ad Austerlitz fa egregiamente la sua parte e nel 1806 Napoleone gli dà un’altra onorificenza nominadolo Principe di Pontecorvo.
Ad Auertstadt, però Bernadotte rischia di far perdere la battaglia a Napoleone col suo comportamento ambiguo, ma successivamente riparò a queste sue indecisioni anche se con qualche furfanteria di troppo.
Anche ad Eylau le sue decisioni in battaglia contrariarono l’Imperatore che a Wagram lo destituì sul campo.
Da quanto si può comprendere Bernadotte era restio ad accettare gli ordini di Napoleone, voleva fare di testa sua e questo comportamento non poteva essere accettato da Napoleone che faceva dell’unicità del comando la sua forza.
La fortuna di Bernadotte sembra ai minimi termini e nemmeno la benevolenza verso Desirèe sembra possa salvarlo dall’ira di Napoleone.
Ecco, però il colpo di scena.
La corona di Svezia
Carlo XIII di Svezia resta senza eredi dopo la morte del principe di Schleswig Augustenbourg e chiede alla Francia di indicare un erede. Il prescelto è proprio Bernadotte che chiede il placet dell’Imperatore e viene adottato dal re diventando principe ereditario di Svezia.
Bernadotte abiura il cattolicesimo e fa il suo ingresso a Stoccolma il 1 novembre del 1810.
Inizialmente la politica della Svezia resta filofrancese per cui aderisce al blocco continentale, ma già nel 182 le cose cambiano e Bernadotte ad Abo si accorda con i Russi e contro la Francia. Un vero e proprio voltafaccia.
Il 16 maggio del 1812 sbarca a Straskund alla testa di 30000 uomini e prende parte attiva a Lipsia e alla guerra di invasione della Francia. L’11 aprile del 1814 è a Parigi dove l’opinione pubblica lo accogie in malo modo per cui Bernadotte raggiunge le proprie truppe a Lubecca.
Al ritorno di Napoleone dall’Elba non si unisce alla coalizione che lo combatte. Nel 1818 viene incoronato re di Svezia col nome di Carlo XIII. Governa con saggezza e muore nel 1844. Gli succede il figlio Oscar.
Napoleone a Sant’Elena dà un giudizio molo severo di Bernadotte:
“ Bernadotte divenne una delle cause dirette delle nostre sventure; fu lui a fornire ai nostri nemici la chiave della nostra politica, la tattica dei nostri eserciti, fu lui a indicare le vie verso il suolo sacro! Invano si scusò col dire che accetando il trono di Svezia, non doveva essere altro che Svedese, scusa banale, buona tutt’al più alla massa e al volgo delle ambizioni. Prendendo moglie non si rinunzia alla propria madre, nè tanto meno si è costretti atrafiggerle il seno e a strapparle le viscere.
Si dice che in seguito egli si sia pentito, cioè quando ormai era troppo tardi e quando tutto il male era già compiuto. La verità è che egli trovandosi in mezzo a noi si accorse che l’opinione pubblica lo giudicava e si sentì colpito a morte. Allora i suoi occhi si aprirono, perchè non si può sapere a quali sogni abbiano potuto portarlo, in tanta cecità, la sua presunzione, la sua vanità”