La madre di Napoleone

Letizia Ramolino

La maggior parte della vita umana è fatta di di disgrazie e battute d’arresto. Questa conoscenza ci deve dare la forza per accettare tutto ciò che può accaderci soprattutto quando non è colpa nostra. Cadere non è niente quando lo fai con nobiltà, cadere è tutto quando reagisci da vigliacco.

Letizia Ramolino

Una donna bellissima

La maggior parte degli scritti riguardanti Napoleone parlano poco di sua madre. Eppure gran parte del carattere eccezionale dell’Imperatore era diretta discendenza di Letizia Ramolino.

Come si spiega questa assenza di notizie storiche?

Molto è dovuto alla personalità di Letizia, donna forte, ma riservata; una presenza fissa, ma oscura all’interno delle vicende di Napoleone. Anche il suo
atteggiamento, la vita che condusse dopo la morte del figlio a Sant’Elena, il coraggio stoico con cui affrontò le terribili disgrazie e lutti che colpirono la sua
famiglia non la resero protagonista.

Eppure Letizia era ben lontana dall’essere una donna normale.

La maggior parte delle notizie su Letizia ci vengono proprio da Napoleone, il quale spesso a Sant’Elena parlò della madre cosa che non aveva fatto quando era
all’apogeo della sua fortuna.

Letizia suscitava nei suoi contemporanei un giudizio unanime. Bellissima, coraggiosa, devota ai suoi figli, attaccata alle sue origini corse; queste virtù non vennero mai meno anche quando frequentò palazzi sfavillanti ed era seduta al fianco di re e regine.

La grandezza di Letizia, però si erse soprattutto nella sventura. Il suo coraggio scrisse la duchessa d’Abrantes non ha mai vacillato, nemmeno nelle battute d’arresto più terribili.

La fortezza nella sventura, l’accettazione totale del destino a lei riservato, l’orgoglio di non piegarsi mai, il disprezzo verso coloro che impedivano qualsiasi
contatto con la sua famiglia caratterizzarono gli ultimi e più dolorosi 20 anni di vita di Letizia.

La vita

Letizia_Ramolino

La data di nascita di Letizia è incerta perchè i registri dell’anagrafe in Corsica andarono distrutti. La maggior parte degli storici la fissa nel 1750, alcuni altri al 1748, pochi la fanno risalire al 1736, nel qual caso Letizia sarebbe morta a 100 anni cosa poco probabile.

Il padre di Letizia Giovanni Gerolamo Ramolino era primo comandante dell’esercito genovese, la madre Angela Maria Pietrasanta era figlia di un gentiluomo di provincia.

Rimasta vedova nel 1755, la madre di Letizia risposò due anni dopo con Franz Fesch, capitano della marina genovese che apparteneva a un illustre famiglia svizzera.

Da questa unione nacque il 3 gennaio 1763, un figlio, Joseph Fesch. La madre di Letizia rimase vedova per la seconda volta e il fratelllastro Joseph fu adottato da Letizia che fu per lui una seconda madre. L’affetto fra i due rimase immutato per tutta la vita.

Una donna bellissima

Letizia Ramolino era considerata la più bella donna dalla Corsica, soprannominata “la meravigliosa”. Mai fra gli storici c’è stata una tale unanimità di giudizi. Letizia era splendente e questa sua caratteristica l’accompagnò per tutta la vita.

Capelli castani;  occhi non grandi, scuri,  che colpivano per la loro espressività e magnetismo, caratteristica che anche Napoleone aveva con i suoi occhi grigi.

La bocca era sottile, i denti bianchissimi e sempre ben curati. Letizia aveva un portamento pieno di grazia e di charme che aumentavano le  sue doti di bellezza

Siamo nella Corsica a metà del 1700, la principale preoccupazione per un genitore era quella di procurare un buon matrimonio alle proprie figlie. L’educazione era un percorso secondario e infatti Letizia ebbe sempre molte lacune culturali.

Per il primo aspetto non c’erano problemi, la bellezza di Letizia era un lasciapassare verso il migliore dei matrimoni.

Si avvicina l’incontro con Carlo Bonaparte. I Bonaparte come i Ramolino provenivano dall’Italia, ma il loro blasone era inferiore a quelo dei Ramolino .

Carlo Bonaparte

Carlo Bonaparte

Carlo ben presto rimase orfano di padre e fu allevato dallo zio Luciano . Egli studiò alla scuola superiore di Corte che Paoli in maniera pretenziosa definiva università. In seguito egli fece la personale conoscenza con Paoli e ricevette da lui benevolenza.

Nella famiglia Buonaparte c’era l’usanza di studiare in Italia. Carlo andò a Pisa a studiare giurisprudenza. Senza soldi egli però aveva uno stile e una classe superiori. Si faceva chiamare Conte Bonaparte ed era fiero della sua aristocraticità. A Pisa cercò di sposare una ragazza molto ricca della famiglia Alberti, ma il padre di lei non acconsentì alle nozze.

Lo zio Luciano richiamò Carlo in Corsica per proprgli i suoi progetti matrimoniali.

Il matrimonio

Carlo era un pò riluttante, ma la bellezza stratosferica di Letizia gli fece cambiare idea. Un altro scoglio era rappresentato dal fatto che i Ramolino erano filogenovesi mentre i Bonaparte filo Paoli, ma anche questa difficoltà venne appianata.

Da 10 anni la Corsica sosteneva una guerra per l’indipendenza. La Repubblica di Genova non poteva sostenere da sola il peso di una rivolta e per questo chiese l’intervento a suo favore delle truppe francesi. Troppo flebile, però l’intervento della Francia per porre fine al conflitto interno. Il 15 maggio del 1768 la Corsica venne ceduta alla Francia che cominciò una repressione più convinta dei moti insurrezionali.

Carlo si faceva strada nel partito di Paoli fino a diventarne uomo di fiducia e segretario particolare.

Letizia diventava sempre più bella anche se era poco meno che un’adolescente.
Un episodio ci fa comprendere come Letizia avesse già un carattere forte e deciso. Una volta un confessore si fece troppo impertinente .Letizia si ribellò e il sacerdote minacciaò di non darle l’assoluzione. Di rimando Letizia gli disse che avrebbe rivelato il contenuto delle sue richieste in confessionale. L’assoluzione arrivò.

Carlo e Letizia si sposano. La Francia intanto manda in Corsica il generale De Vaux per porre fine alle ribellioni.

Carlo e Letizia, incinta di Napoleone partecipano attivamente alla lotta. La preponderanza di forze francesi mette fine alla resistenza dei Corsi nella battaglia di Ponte Nuovo del 9 maggio del 1769.
Paoli emigra in Inghilterra, Carlo vorrebb seguirlo, ma cambia idea e si associa ai Francesi.

Arriviamo al 15 agosto, il giorno della nascita di Napoleone.

E’ la festa dell’Assunta, Letizia viene presa dalle doglie in Chiesa. Partorisce senza nemmeno essere arrivata a stendersi sul letto. La leggenda che voleva il parto su un tappeto con scena di guerra venne smentita dalla stessa Letizia che disse in Corsica non si usavano tappeti di inverno e men che meno in estate

Dopo un periodo in cui lei stessa allattò Napoleone, al sostentamento del neonato ci pensò Camilla Ilari una balia.In casa c’era anche una governante Caterina Mamucia che venne sostituita da Saveria Minona che accompagnò Letizia per tutta la vita.

Napoleone stranamente vene battezzato due anni dopo il 21 luglio 1771 e questa circostanza ha fatto sorgere dei dubbi in alcuni storici sulla data d nascita
dell’Imperatore.

A 5 anni Napoleone cominciò a frequentare una scuola femminile, anche per sedarne lo spirito ribelle.

Lo stesso Napoleone si descrive così:

” Quando ero piccolo ero estremamente recalcitrante. Non avevo paura d nienete e di nessuno. Molto agile riuscivo a schivare quelli più grossi di me. Mia madre era molto severa puniva il male e ricompensava il bene.

E ancora.

“E’ a mia madre e ai suoi buoni principi e al suo esempio che io devo tutto.”

Detto questo Napoleone continua a essere un ribelle.
Il padre Carlo è di tutt’altra tempra. Egli è ambizioso, vanitoso e amante del lusso. Queste caratteristiche favorirono il suo legarsi al partito francese dopo la partenza di Paoli.

Carlo stesso dice:

” Sono stato un buon patriota e partigiano di Paoli per tanto tempo, fino a che il governo nazionale è durato. Questo governo non esiste più. Siamo Francesi. Viva il RE!”

In Corsica si insedia il vice governatore Rosel De Beaumanoir che invita i Bonaparte in società.

Carlo non se lo lascia dire due volte, ma Letizia è restia ad accompagnarlo.
L’ingresso di Letizia nell’alta società dell’isola non passò inosservata vista la bellezza della donna. Carlo lo sapeva ed esibiva sua moglie come un trofeo.

I Bonaparte e Marbeuf

Nasce una grande amicizia tra i Bonaparte e il governatore dell’isola Marbeuf.

Conte Marbeuf

Conte Marbeuf

Alcuni maliziosi storici hanno parlato di una relazione tra i due. Marbeuf all’epoca aveva 60 anni e Letizia 20 ci riesce difficile pensare a ciò. Marbeuf diventa il padrino di Luigi mentre Carlo è nominato consigliere del Re nell’isola e membro della Dieta di Corsica e poi rappresentante della Corsica agli Stati Generali.
La famiglia continia a crescere e Letizia si deve anche occupare dello zio del marito, Luciano e della suocera.

Napoleone intanto viene ammesso alla scuola militare di Brienne e lascia la famigia insieme al primogenito Giuseppe. Napoleone subisce il colpo, si chiude in se stesso e reagisce isolandosi al bullismo e agli sberleffi dei compagni.
Nel frattempo Letizia rimane vedova, Carlo divorato da un cancro allo stomaco muore a Montpellier il 24 febbraio 1785.

Napoelone fa il suo ritorno in Corsica che dopo lo scoppio della rivoluzione vede il rientro di Paoli. I due sono troppo distanti come carattere e ben presto nasce un’inimicizia tra i Bonaparte e il partito di Paoli. La famiglia Bonaparte è costretta a fuggire in Francia.

Dalla polvere agli altari

Napoleone lo sguardo

La fuga in Francia

In Francia a Marsiglia la famiglia Bonaparte è in difficoltà. Letizia come sempre riesce a faretante e  tali economie da riuscire a portare avanti la famiglia. E’ Napoleone che assume il comando del clan Bonaparte. e aiuta i suoi con lo stipendio da militare.
Giuseppe, invece sceglie una strada diversa che è quella di un buon matrimonio.
La scelta cade su Julie Clary figlia di un ricco mercante di sapone. La congrua dote della Clary, non una bellezza sollevano le finanze dei Bonaparte.

A questo punto Napoleone vede la possibilità di sistemarsi come il fratello perchè Julie ha una sorella più piccola Desirèe (che diventerà moglie di Bernadotte e regina di Svezia e Norvegia). I due si fidanzano e sembra che un matrimonio sia all’orizzonte. Letizia intanto diventa grande amica della madre di Julie.

Il viaggio a Parigi di Napoleone sovverte i piani. Napoleone diventato generale di brigata dopo il successo nell’assedio di Tolone entra in contatto con la bella società parigina e fa il suo incontro con Giuseppina.

La Beauharnais è una vedova con due figli, amante del Direttore Paul Barras e incline ai vizi e alla bella vita. E’ lo stesso Barras che se ne vuole disfare a spingerla al matrimonio con Napoleone. Entrambi vedono nell’unione anche un buon affare economico ingannandosi a vicenda sulle reali potenzialità finanziarie.

Letizia sa del matrimonio a fatti compiuti e questa cosa non la rallegra affatto.

Giuseppina scrive a Letizia. Ecco la risposta della madre di Napoleone.

“Ho ricevuto l a vostra lettera. Mio figlio mi ha riferito della vostra unione e dei bei momenti trascorsi con voi e ha ricevuto la mia approvazione. Siate sicura che
avrò per voi la tenerezza di una madre.”

Giuseppina e Letizia, due donne troppo diverse

Le due donne in realtà non si piacquero mai . Troppo diverse di carattere e di indole. Letizia non perdonò mai a Giuseppina la sua leggerezza, la sua superficialità e la sua totale mancanza di virtù domestiche. Letizia madre di 13 figli non poteva apprezzare chi ne aveva avuti solo due e non sembrava in grado di farne altri e su questo non si sbagliava. Altro particolare Letizia non sopportava i cagnolini di Giuseppina.

Quando Napoleone era in Egitto i rapporti fra Letizia e Giuseppina si fecero  tesissimi. La bella Creola non nascondeva le sue relazioni e i suoi tradimenti.
Napoleone venne informato dei fatti e si prese anche lui un momento di infedeltà con la Bellilotte . Al suo ritorno, istigato dal suo clan vorrebbe ripudiare la moglie, ma poi si lasciò commuovere e la riprese con sè.
La passione che lo aveva travolto durante la prima campagna d’Italia non era del tutto svanita.

Nell’approssimarsi del 18 Brumaio il ruolo di Giuseppina fu importante nel tessere la tela che porterà Napoleone al potere , ma la famiglia Bonaparte era sospettosa e temette che la Creola potesse danneggiare il futuro Imperatore.

Con varie sfumature il clan dei Bonaparte si schierò contro Giuseppina. Napoleone  non diede però mai troppo spazio ai suoi familiari su questa questione.

I Bonaparte dal canto loro insistettero sull’incapacità di Giuseppina di dare un erede a Napoleone e continuamente proposero amanti all’Imperatore allo scopo di provarne la sua fertilità.
In parte ci riuscirono con la Denuelle, ma Napoleone non fu mai completamente convinto che il figlio fosse suo.
La certezza della sua fertilità l’ebbe più tardi con Maria Walewska.

Letizia si defila

Napoleone proseguì la sua ascesa, ma Letizia preferì un ruolo defilato. Alloggiò, infatti al castello di Pont sur Seine e frequentò molto poco la corte. Quando era a Parigi alloggiava all’Hotel Brienne.
La sua unica preoccupazione, che la accommpagnerà per tutta la vita sarà quella di essere vicina ai figli.

Per questo motivo cercò più volte di far riappacificare Napoleone e Luciano e in seguito cercò di limare i contrasti tra l’Imperatore e Luigi. Fu tenera, severa e inflessibile tanto che non perdonò mai del tutto Carolina per il suo tradimento.

Letizia, oltre al suo carattere austero era convinta che la vita non sarebbe stata sempre benevola con lei e con i suoi figli. Per questo non godette mai veramente del momento presente, ma si preparò a future sciagure.

Una delle sue frasi celebri fu:

” Chissà se un giorno tutte queste teste coronate non mi vengano a chiedere un tozzo di pane”.

Altrettanto famosa l’espressione “Finchè dura” riferita alla gloria e al successo dei suoi cari.

Con questa prospettiva colei che sarà nominata Madame Mère accumulava tesori. Tutto l’appannaggio di un milione annuo che il figlio le assegnava non veniva speso. Per questo più volte si prese i rimproveri del figlio, ma Letizia non cambiò di una virgola il proprio comportamento.

Con Maria Luisa i rapporti furono cordiali, ma il giudizio di Letizia era quella di una donna senza carattere e insignificante. In seguito mai le perdonò il suo comportamento dopo l’esilio di Napoleone e i suoi rapporti col re di Roma.

Quando Napoleone venne esiliato all’Elba, Letizia, insieme a Paolina la figlia preferita, si recarono nell’isola Toscana. Paradossalmente i mesi all’Elba furono felici. Letizia era accanto a suo figlio e viveva in una dimensione familiare a lei cara.
La sua vita era trascorsa dopo la vedovanza con l’unico scopo di accudire e di essere vicina ai figli.
I Cento Giorni furono una meteora. Arrivò la seconda abdicazione.

Il soggiorno a Roma

Questa volta benchè lo avesse chiesto con voce disperata non le fu consentito di accompagnare il figlio. Si rifugiò a Roma dove il Papa l’accolse con benevolenza.
Letizia abitò, prima a palazzo Falconieri dal cardinale Fesch e dal 1818, a Palazzo Bonaparte in Piazza Venezia e lì trascorse il resto della sua vita.

Gli ultimi anni

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Il suo soggiorno romano  fu di estrema sofferenza viste le tante disgrazie che la colpirono , ma che lei affrontò con una forza d’animo mostruosa.

Letizia negli anni di Sant’Elena cercò in tutti i modi di aiutare il figlio e furono proprio i suoi risparmi che riuscirono ad alleviare le condizioni di disagio in cui gli Inglesi avevano ridotto Napoleone. Letizia sperava in un ritorno del figlio o di avere il permesso di andare a Sant’Elena.  Per un certo periodo fu anche convinta che il figlio fosse evaso. Si rifugiò nella preghiera con la speranza che il destino dell’Imperatore potesse cambiare.
Arrivò, invece la ferale notizia della morte di Napoleone. Letizia si rinchiuse in se stessa disperata. Scrisse agli Inglesi per riottenere il corpo del figlio, ma senza risposta.

Un triste destino

Ma la sorte le doveva riservare ben altro.
Prima la morte di Elisa, poi quella della preferita Paolina. Infine la notizia della morte del nipote il figlio di Napoleone ,il re di Roma.
Letizia era certa che il figlio avrebbe vendicato il padre che un alro Bonaparte si sarebbe innalzato sul trono di Francia. Le sue preghiere non erano state esaudite

Altri lutti e altre sofferenze arrivarono. La morte dela moglie di Gerolamo Caterina di Westphalia che lei amava fu una altro duro colpo. Intanto anche le sue condizioni fisiche si aggravavano. Una caduta la costrinse a non uscire più di casa e poi venne colpita da cecità.

Quando le venne concesso di poter tornare in Francia senza che i figli la potessero accompagnare questa fu la sua risposta:

“Che cosa potrei trovare in Francia, se non l’avvelenata ingiustizia dei potenti che non possono perdonare alla mia famiglia la gloria che si è conquistata? Mai mi separerò dalla sorte dei miei figli!”

Questa donna che fu un monumento di stoicismo, che niente poteva abbattere morì il 2 febberaio del 1836.

Anche nel suo testamento viene furi il suo carattere. Gran parte dei suoi averi andano al ciambellano Colonna e ealla dama Rosa Mellini. L’oro e i gioielli a Giuseppe e Luigi e una parte a Luciano e Gerolamo.
Al fratellastro che l’accompagnò per tutta la vita il Cardinale Fesch i ritratti.
A Carolina solo la legittima e una collana di perle a simboleggiare le lacrime che aveva versato a causa del suo tradimento.